Cenni Storici

A seguito di accurati lavori di restauro, Palazzo Galletti viene rinnovato come boutique B&B nel 2004. Tuttavia la storia di questa prestigiosa residenza non ha come principio l'inaugurazione di un hotel de charme di successo, bensì risale fino al XIX secolo.

Palazzo Galletti, di stile neoclassico, sorse nel 1831 su disegno dell’architetto Vittorio Bellini, ordinato dal tipografo Vincenzo Batelli per accogliervi un grande e moderno stabilimento calcografico.

Sulla facciata alloggiano le statue delle quattro stagioni: la Primavera modellata da Lorenzo Nencini, l’Estate modellata da Giovanni Insom, l’Autunno di Francesco Orzalesi e l’Inverno di Niccolò Bazzanti. Originariamente nel vestibolo trovava posto una Minerva anch’essa del Bazzanti, un Arpocrate dio del silenzio, di Emilio Fantarelli oltre alle statue dei quattro poeti Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Si ha inoltre notizia di come nell’atrio fosse disegnato un grande orologio di pregevole fattura.

La facciata è simmetrica, al piano terra si riscontra il tipico paramento a bozze lisce e tre portali centinati, ai piani superiori due finte logge centrali ad arco affiancate da finestre architravate, splendido l’ingresso scandito da colonne ioniche trabeate ornato con stucchi e scala a pozzo su tre rampe con balaustra marmorea a volta di padiglione con lucernaio. È

Il cancello d’ingresso è opera di inestimabile valore, menzionata da Dezzi Bardeschi che lo include nelle opere in ferro di pregevole fattura:

“è a partire dagli anni della Restaurazione lorenense che la presenza del ferro nelle architetture fiorentine si fa meno rara: ed ecco solo per citare alcuni esempi quell’autentico capolavoro di design neoclassico che è la cancellata d’ingresso del giardino di Boboli dalla parte di Annalena (Cacialli, 1820), le belle rostre che sovrastano i portoni d’ingresso del principe Borghese in via Ghibellina (Baccani, 1821) quell’incredibile insieme di puro virtuosismo tecnologico che è la scala autoportante a spirale dell’Istituto della SS. Annunziata in Via della Scala (Martelli, 1825) e ancora quel pezzo di abilità che è il portone dello stabilimento tipografico Batelli in Via S. Egidio (Bellini, 1831-1833).”